SAN CESARIO. Lezione numero uno: "Mai abbandonare la capsula di sicurezza, mai lasciare il furgone. All' interno dell' abitacolo si è al sicuro anche se dall' altra parte sparano con un Kalashnikov".
Chissà quante volte, durante le 25mila di formazione annuali, i vigilantes del gruppo Battistolli di Vicenza si sono sentiti ripetere questo ritornello. E chissà se anche lunedì sera, la memoria dei due operatori in servizio è stata talmente fredda da tornare sui "banchi di scuola" dell' azienda leader dei trasporti sicuri. Probabilmente sì, perché i due uomini chiamati a difendere il portavalori hanno portato a termine quello che, crediamo, sia un protocollo ben definito fino all' ultimo dettaglio.
Lo conferma anche Marco Meletti che di Battistolli Group è il responsabile comunicazione e marketing: «Prima di tutto ci tengo a precisare che come azienda siamo molto dispiaciuti per i disagi che questa tentata rapina ha dato agli automobilisti e agli autotrasportatori. Come è fin troppo facile capire tutto questo non dipende da noi. Quindi aggiungo che siamo felici che nessuno si sia fatto male tra i nostri dipendenti e tra le persone che si trovavano a transitare nella zona».
Una precisazione doverosa che anticipa un racconto ben più accurato sul lavoro che il mezzo Bettistolli stava svolgendo lungo l' autostrada: «Sappiamo benissimo - continua Meletti - che non trasportiamo mollette per il bucato e che il rischio fa parte della nostra attività. Un aspetto che ovviamente teniamo in considerazione e per questo ci serviamo di mezzi di ultima generazione. Come appunto quello che è stato attaccato sul tratto dell' A1 nei pressi di San Cesario. Parlo di un vero e proprio attacco perché ci siamo dovuti scontrare con un vero e proprio commando composto da diverse persone armate».
Alla mano fucili d' assalto, Kalashnikov in questo caso: «Il nostro portavalori, grazie a quella che possiamo definire "capsula", è in grado di respingere e quindi di reggere anche i colpi di un' arma potete come è il Kalashnikov . Proprio per questo motivo la nostra indicazione è chiara: non abbandonare il mezzo. Lì si può essere al sicuro e da lì si possono attivare tutte le misure di sicurezza. Come, appunto, è accaduto anche lunedì sera in AutoSole».
Il piano della Battistolli, andato regolarmente in porto, è quindi presto riassunto: «Si diceva delle indicazioni da rispettare durante un attacco restando dentro al furgone, gli operatori sono in primis lontano dal pericolo e poi restano vicini a quanto trasportano. In più, proprio grazie ai sistemi di difesa, hanno la possibilità di chiamare i soccorsi: contattando la nostra centrale operativa che, di conseguenza, si attiva con le forze di polizia presenti sui territori. Pensate cosa potrebbe succedere nel caso i nostri addetti scelgano di scendere dal furgone. Sarebbero alla mercé di questi individui e delle loro armi da fuoco».
La "famosa" lezione numero uno, quella rispettata dagli operatori in strada: «Durante l' anno sono frequenti e continui i corsi di formazione ai dipendenti. Si differenziano in base alle mansioni che svolgono e ai prodotti che si trovano a trasportare durante il servizio in tutto Italia. Ad esempio, formiamo a dovere gli autisti o le guardie giurate. Insomma, varie tipologie di figure. In un anno sono 25mila totali di formazione». Una formazione necessaria, indispensabile. A partire dalla lezione numero uno, probabilmente quella più importante.